Il brano su Alfred De Grazia è stato ricostruito tramite le informazioni del sito http://www.kalos.co/alfred-de-grazia.html The Life of Alfred de Grazia di A.M. De Grazia, consultato il 17 ottobre 2018. Costituisce un paragrafo del libro «La cresta a coltello».

 

Il tenente Alfred De Grazia, ufficiale dell’OSS (L’Office of Strategic Services era il servizio segreto interforze statunitense fondato nel 1942 e specializzato nelle operazioni oltre le linee nemiche), presta servizio a Siracusa quale ufficiale di collegamento presso l’8a armata britannica.

Il padre di Alfred, Giuseppe Di Grazia, era nato a Licodia Eubea nel 1882. Era figlio di Sebastiano, un fabbro ferraio che aveva partecipato alla terza guerra d’indipendenza e alla presa di Roma quale sergente dei bersaglieri, tre volte decorato al valore. Giuseppe aveva un fratello maggiore e una sorella, Francesca, che sarebbe entrata in seguito in convento. […] Durante lo svolgimento di una celebrazione politica a Licodia Eubea, sfociata in disordini, Giuseppe colpì il sindaco col suo clarinetto e fu costretto ad imbarcarsi per l’America per sfuggire alla polizia. In pochi anni egli divenne un noto musicista e maestro, e girava l’America con la sua banda eseguendo concerti di musica classica. Il suo cognome fu storpiato in De Grazia, e lui aggiunse al nome di battesimo Giuseppe il nuovo nome di Alfred, in ricordo del personaggio dell’opera La Traviata di Giuseppe Verdi. Si stabilì a Chicago, dove si sposò con Katherine Lupo, italo-americana originaria di Villalba (CL). La coppia ebbe quattro figli: Sebastian nel 1917, Alfred nel 1919, Edward nel 1927 e Victor nel 1929.

Alfred, dopo aver frequentato le scuole superiori, si era iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Chicago. Nel 1938 aveva fondato un gruppo Jazz col fratello Sebastian e con due amici, suonando su una nave della linea per l’Europa. L’anno dopo, con la sua band, fece un giro in

Europa: Francia, Svizzera, Germania, Italia. Per la prima volta, i due fratelli visitarono il paesino del padre: Licodia Eubea. Frequentando l’Università, Alfred si innamorò di una collega, Jill Oppenheim, coetanea di New York. Quando domenica 7 dicembre 1941 i due fidanzati stavano pranzando presso lo Steinway’s Café di Chicago, la radio annunciò l’attacco di Pearl Harbor: gli Stati Uniti erano in guerra.

Alfred fu chiamato alle armi nell’esercito nel febbraio del 1942 e, dopo l’addestramento, fu nominato sottotenente in un’unità di palloni frenanti. Durante una licenza si sposò con Jill in un’austera cerimonia, dove erano presenti solo i genitori e alcuni commilitoni del reggimento. Poco tempo dopo, fu trasferito a Washington, in forza all’Office of Strategic Services, presso l’Unità di Guerra Psicologica, dove prestavano servizio molti militari di origini tedesche e italiane. Quando, nell’aprile del 1943, Alfred fu imbarcato per l’Africa settentrionale, Jill attendeva un bambino.

Sbarcato in Sicilia, Alfred ha fondato il primo quotidiano degli Alleati nel territorio europeo liberato: «Il Corriere di Siracusa». Lui lavora fianco a fianco con gli inglesi, gelosi del loro primato come guerrieri e con una bassa opinione delle capacità militari americane. Ma comunque i suoi subalterni britannici gli sono devoti, poiché Alfred non vanta mai le capacità belliche dell’imponente apparato militare americano. Le truppe americane stanno avanzando velocemente verso Palermo e il Tirreno, mentre quelle britanniche si sono fermate sul Simeto e ai piedi dell’Etna.

Alfred pensa che sia giunto il momento di una ricognizione verso l’interno della Sicilia, passando per il paesino originario della sua famiglia paterna: Licodia Eubea. Lui, accompagnato dall’autista, è partito da Siracusa a bordo di una jeep, pensando che può trovare utili notizie nella comunità dove è nato e cresciuto il padre e dove ancora vive la zia. Hanno percorso circa due ore di strada tortuosa e sconnessa, in mezzo ad aranceti, vigneti e campi di pomodori, prima di giungere a Vizzini, […] Alfred riprende il viaggio, percorrendo la rotabile serpeggiante che s’inerpica sul Monte Altore e poi scende verso Licodia, delimitata da due file di cipressi. Con sollievo, nota che il centro abitato non ha subito danni. Entrato nel corso principale, si ferma e bussa alla porta di una piccola casa in pietra: apre una suora, bassa di statura, che, sorpresa, lo saluta calorosamente. È la zia Francesca, donna vivace e spiritosa che si guadagna da vivere insegnando ai bambini del primo biennio di scuola elementare. […] La gente racconta al tenente una serie di episodi, tra cui quello di un soldato americano ucciso mentre entrava in paese dal lato di Vittoria da un cecchino tedesco occultato tra le rovine del castello. Il soldato americano è ancora seppellito nel cimitero del paese. Un grande latifondista del posto, che sembra appena uscito fuori da una novella del Verga, entra nella casa della suora e si lamenta con l’ufficiale dell’U.S. Army per la ribellione dei mezzadri, i quali si rifiutano di pagare gli affitti o consegnare le quote del raccolto. Gli americani accetteranno questo stato di cose? Arriverà il comunismo? […] Un politico gli confida che qui sono tutti contenti perché la vera ragione per cui sono arrivati gli americani è di separare l’isola dal Regno d’Italia, fondando una Repubblica di Sicilia. Alfred ribatte che gli Alleati stanno combattendo una guerra per la democrazia e non per smembrare l’Italia. Egli non rimane in paese neppure per una notte: si sente in dovere di tornare al comando di Siracusa per fare qualcosa contro questo forte sentimento separatista che potrebbe portare a una sanguinosa guerra civile.

[…] La jeep risale la rotabile sul Monte Altore e le rovine del castello spagnolo dei Santapau diventano sempre più piccole fino a scomparire all’orizzonte.Pubblicità